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martedì 15 marzo 2011

Max Frisch, „Omobono e gli incendiari“ (traduzione)




Nella città, dove Gottlieb Omobono vive con sua moglie Babette e la loro inserviente Anna, avvengono da un po’ di tempo degli incendi dolosi. Gli incendiari seguono, come Omobono legge nel giornale, sempre lo stesso schema. Un apparentemente innocuo venditore ambulante chiede ospitalità nella soffitta della casa che in seguito verrà divorata dalle fiamme.
Il fabbricante Omobono ha una paura folle di diventare lui stesso vittima degli incendiari. Perciò assume un atteggiamento molto severo verso gli incendiari – (..“Dovrebbero essere impiccati tutti! ....scena 1.) e nega l’accesso a casa sua a qualunque sconosciuto.
Quando Omobono invece cerca di mandare via il lottatore Josef Schmitz, costui riesce in modo astuto ad ottenere sia un pasto sia ospitalità da Omobono.
All’improvviso ritorno a casa di Babette, la moglie di Omobono, egli nasconde Schmitz nella soffitta chiedendogli di non fare rumore di notte, poiché sua moglie ha un sonno leggero ed una grande paura degli sconosciuti a causa dei recenti incendi.
La mattina dopo Schmitz riesce nuovamente con molta abilità a convincere, quasi obbligare, anche Babette di concedergli ancora la loro ospitalità.
Uno alla volta Schmitz porta i suoi complici Eisenring e Dr.phil. nella casa di Omobono. I tre portano apertamente delle botti di benzina e tutto l’occorrente per un incendio doloso in soffitta di Omobono. Spiegano a Omobono persino a cosa servono questi materiali e quale tattica useranno. Nella sua perplessità Omobono ritiene il tutto uno scherzo e si mette persino a misurare insieme a Eisenring la lunghezza della miccia necessaria per incendiare la propria casa.
Quando Omobono prende consapevolezza della gravità della situazione, spera di poter impedire il peggio offrendo a Schmitz e i suoi complici una cena a casa sua per guadagnarsi la loro amicizia. Fino all’ultimo momento Omobono insiste che i suoi ospiti non possono essere gli incendiari, nonostante loro stessi ribadiscano più volte di esserlo. Alla fine gli incendiari ricevono persino i fiammiferi da Omobono e si dirigono verso la soffitta.